In memoria di S.E. Mons. Simon Kulli

Caro Vincenzo, grazie per essere venuto a trovarci in Albania!”: così mi accolse Mons. Kulli il 18 maggio 2019 al mio arrivo in aeroporto a Tirana. Ci incontravamo per la prima volta, dopo esserci sentiti al telefono grazie alla comune amicizia del giovane vescovo albanese Mons. Giorgio Meta, che da seminarista a Bari era stato mio paziente e che avevo incontrato con commozione a fine febbraio di quel 2019, divenuto Vescovo, nella Chiesa Matrice di Sannicandro di Bari.

Mons. Simon mi fece subito un’ottima impressione: giovane, dinamico, cordiale, determinato. Dopo un incontro con la giovane dottoressa Marinela Biba e una sua collega per delineare i primi passi da fare per creare un’associazione nazionale medica cattolica nella sede della Conferenza Episcopale Albanese, Mons. Simon mi condusse nella sua Diocesi di Sapa, all’interno e al nord dell’Albania, tra monti e laghi. Giungemmo a sera in episcopio, dove accanto c’era in un grande giardino  moltissima gente in preghiera attorno a una bella statua della Madonna. Lui si fermò a pregare con i tanti fedeli, poi si trattenne con ciascuno, con grande cordialità e attenzione. Subito dopo ci recammo alla Casa della Carità, dove c’erano le suore ad attenderlo, ma soprattutto gli ospiti: anziani soli, ma anche bambini e ragazzi con gravi disabilità. Salutò e abbracciò tutti, poi salimmo al primo piano, dove c’era in un letto, con una giovane suora accanto, un bimbo con una gravissima disabilità: lo prese dal letto e lo tenne a lungo stretto a sé, cantando un dolce ninna nanna. Tornati in episcopio, mi raccontò della feroce persecuzione comunista, dello sterminio di tutto il clero cattolico, della suora Marije Kaleta che battezzava di nascosto e al rischio della vita, di come la Fede poté restare viva in quegli anni bui, della ricostruzione delle comunità cattoliche dal 1991 e della sua grande emozione di essere scelto da Papa Francesco come primo Vescovo nato e ordinato in Albania, dopo la terribile dittatura filomaoista di Enver Hoxha, e per la Diocesi di Sapa, la terra natia di Madre Teresa di Calcutta. Il giorno seguente, domenica, Mons. Kulli celebrò nella sua Cattedrale, colma di gente, semplice, sorridente; i bambini erano tutti attorno a lui durante la celebrazione. Alla ripartenza mi chiese di aiutarlo a realizzare il suo sogno di costituire l’Associazione dei medici cattolici d’Albania: gli promisi che sarebbe stato il mio impegno primo come presidente della FEAMC.

Lo invitai con il primo nucleo di medici albanesi a Parigi dal 7 al 10 ottobre 2019 per il Bureau della FEAMC su “Le nuove povertà in Europa”. Mons. Simon fu accolto con gioia da tutti membri del Bureau e con sentimenti di “speranza certa”. Preparai una bozza di statuto e gliela inviai: ne fu molto contento.

Durante la Pandemia da Covid-19 abbiamo continuato a sentirci, mantenendo una corrispondenza intensa.

Finalmente il 27 novembre 2021 a Scutari, presso il Seminario vescovile, si tenne la prima riunione dei medici albanesi, tutti giovani, interessati, numerosi, presieduta da Mons. Kulli, felice di questo primo traguardo: mi ringraziò per quanto avevo fatto per la nascita dell’Associazione albanese dei medici cattolici (ma aperta anche ai non cattolici, come era fermo desiderio di Mons. Simon: nessuno deve essere escluso perché professa una fede diversa se si parla di amore e di servizio alla sofferenza).   Ma fui io a ringraziarlo per l’entusiasmo con cui aveva perseguito l’obiettivo, in piena sintonia con tutti i Vescovi albanesi. Fui ancora ospite nel suo episcopio e vissi due giorni con lui constatando quanto fosse vicino ai poveri, agli ultimi, agli emarginati: la sua Casa della Carità, accanto all’episcopio e alla Cattedrale,  era davvero un luogo di accoglienza e di amore per tutti, nel pieno spirito di servizio di Madre Teresa.

Invitai, poi, Mons. Kulli al Convegno di Assisi su “Challenges of competence and compassion in contemporary medicine” dal 27 al 29 maggio 2022. Fu molto contento di partecipare a tutte le sessioni congressuali e il 27 maggio presiedette la celebrazione in Santa Maria degli Angeli, tenendo una memorabile omelia in cui condivise con noi tutti intense riflessioni sul “coraggio di testimoniare” e sulla “Gioia nella tristezza”.

Mons. Kulli volle, quindi, organizzare con la FEAMC un Simposio a Tirana, nell’Università Cattolica, sul dialogo inter-religioso in medicina, dal 29 al 30 aprile 2023: fu un incontro ricco di nuove visioni di collaborazione e di servizio tra fedi diverse, così come avviene da tempo già in Albania. Noi imparammo molto e capimmo come affrontare le sfide dell’intercultura e della multietnicità nei nostri paesi europei di provenienza .

Nell’autunno di quell’anno Mons. Kulli mi raggiunse a Bari, portando con sé una sua fedele affetta da una grave patologia polmonare, non curabile in Albania. Feci accogliere la paziente nell’Istituto Oncologico di Bari, dove fu puntualizzata la diagnosi e avviata la terapia specifica, con piena guarigione dopo alcuni mesi. I familiari della paziente furono accolti in struttura residenziale della Caritas. Mons. Kulli si fermò alcuni giorni, ospite nella Casa del clero di Bari, per assicurassi che fosse data la migliore assistenza alla sua parrocchiana, poi rientrò in Albania. In quel periodo mi telefonava spesso per avere conferma delle condizioni della paziente: aveva cura e attenzione per tutti e soprattutto dei più bisognevoli.

Infine, dal 30 maggio al 2 giugno 2024 a Dakovo e Vukovar , in Croazia, si tenne il convegno organizzato dall’associazione dei medici cattolici croati su “Professional and ethical challenges in medicine during wartime” e invitai, assieme al presidente Rok Čivljak, Mons. Kulli a partecipare: ne fu entusiasta. Partecipò a tutte le sessioni con attenzione, ricordando anche l’esperienza di conflitto in Kosovo (1998-99) e l’accoglienza dei profughi di guerra.

Ci siamo sentiti per risolvere altre emergenze sanitarie e da ultimo ai primi di settembre di quest’anno per chiedergli di partecipare alla nostra Assemblea Generale elettiva a Bari – Conversano dal 24 al 27 settembre. Mi rispose il 5 settembre, festa di Madre Teresa: “Grazie carissimo dottor Vincenzo. Sei sempre un amico prezioso per me. Mi dispiace di non essere questa volta in Italia con FEAMC. Saluta tutti a mio nome. Sto con gli ammalati della diocesi in un pranzo dopo la messa in cattedrale della Madre Teresa. Saluta Maria. Un abbraccio + Simon”.

L’ultimo suo messaggio con foto è del 5 ottobre scorso, quando incontrò Papa Leone: era felicissimo.

Oggi con la morte di Mons. Simon Kulli abbiamo perso un amico grande e buono, un sacerdote straordinario, un vescovo umile e dinamico, ma soprattutto un testimone autentico e concreto del Vangelo.

Lo ricorderò sempre sorridente, con in braccio il suo bimbo ospite della Casa della Carità, stringendolo forte e cantandogli dolcemente la ninna nanna.

Caro Don Simon, grazie per la tua testimonianza di vita, grazie per quanto hai fatto per la tua amata gente, grazie per aver dato ai medici cattolici (e non solo) una strada sicura da percorrere. Non ti dimenticherò, non ti dimenticheremo mai.

Vincenzo Defilippis, past president of FEAMC

 

In memoria di S.E. Mons. Simon Kulli