Riprendono i Convegni AMCI

La sezione dell’Associazione Medici Cattolici Italiani di Sulmona, dopo il periodo di pandemia dovuto al Covid-19, ha nuovamente ripreso gli Incontri di aggiornamento bioetico e medico in presenza. L’11 giugno nell’Auditorium “S. Panfilo” del Centro Pastorale Diocesano si è svolto un interessante incontro cui hanno partecipato anche personalità del mondo   medico accademico e di altre province.

Il tema del convegno ha preso lo spunto dalla nuova normativa dell’AIFA/EMA riguardante la “Ellaone” diventato farmaco da banco anche per le adolescenti di qualsiasi età.

Moderatore il dr. Luca Piergiuseppe Pupillo, Presidente della locale sezione; relatori il prof. Stefano Ojetti Segretario Nazionale AMCI e don Egidio Berardi consulente AMCI che hanno rispettivamente svolto gli argomenti concordati con il Direttivo: “Pillola dei cinque giorni dopo. Sempre contraccettiva?” e “Ellaone-Aspetti bioetici”.

L’Incontro è iniziato con il saluto del Vescovo, S.E. Mons Fusco, che nel portare il Suo saluto ha ricordato all’Auditorium come sia importante per la vita morale la conoscenza di queste problematiche.  I due relatori, il Dr. Stefano Ojetti e Don Egidio Berardi, dopo aver esposto le basi scientifiche concernenti i meccanismi biologici dell’ovulazione e del concepimento, nonché gli effetti che la “pillola dei cinque giorni dopo” produce non solo sul  blocco ovulatorio, ma anche sulla modificazione dell’endometrio uterino rendendo l’ambiente ostile all’annidamento dell’embrione (interferenza fra l’ulipristal acetato, principio attivo del farmaco, con il progesterone, ormone fondamentale per il proseguimento della gravidanza), sono passati alle conclusioni etiche.

Nella misura in cui viene bloccata la produzione dell’ormone LH e quindi l’ovulazione si entra nel campo morale della contraccezione (Humanae Vitae di San Paolo VI n° 12), nell’altro caso invece nella categoria dell’aborto in quanto si interrompe il corso biologico della vita umana (H.V. n° 14). Dai relatori è stato sottolineato che le donne, anche le giovanissime, ricorrono sempre più frequentemente ad assumere “la pillola del giorno dopo” senza preoccuparsi né delle implicazioni biologiche (effetti collaterali), né di quelle etiche, né tantomeno di quelle sociali…

Il forte interrogativo a livello educativo ed etico riguarda il nesso fra: affettività-sessualità-genitalità-trasmissione e valore della vita umana che appare sempre più labile. Anche se “siamo in trincea” (Dr. Ojetti) l’unico rimedio viene ad essere la “educazione integrale” (Maritain) e “l’emergenza educativa” (Benedetto XVI), sempre più difficile in una società in cui l’importanza della vita umana appare da tempo sempre più deprezzata, tanto che San Giovanni Paolo II affermava   nell’Evangelium Vitae che “oggi chi la difende, annuncia il Vangelo”.

Nelle conclusioni Don Egidio Berardi ha sottolineato una frase espressa in un Congresso da un Accademico francese e ripresa da Papa Francesco in un suo discorso: “Dio perdona sempre, l’uomo qualche volta, la natura mai!” e il Dr. Ojetti ha declamato la poesia di Trilussa:

ER SOGNO BELLO

– Macchè je disse subbito er dottore –
Qui nun se tratta mica d’anemia!
E’ gravidanza, signorina mia:
soliti incertarelli de l’amore! –
Pe’ Mariettina fu una stretta ar core:
– So’ rovinata! Vergine Maria!
Madonna Santa, fate che nun sia!
Nun potrei sopporta’ sto disonore! –
Ma appena vidde ch’era proprio vero
Corse da Nino, – Nun è gnente! – dice –
Se leveremo subbito er pensiero.
Ce vò la puncicata. Domattina
te porto da ‘na certa levatrice
che già l’ha fatto a un’antra signorina. –
La sera Mariettina agnede a letto
coll’occhi gonfi e con un gnocco in gola

e s’anniscose sott’a le lenzola
pe’ piagne zitta, senza da’ sospetto.
Poi pijò sonno e s’insognò un pupetto
Che je diceva: “Se te lascio sola,
povera mamma mia, chi te consola
quando t’invecchierai senza un affetto?”
E, sempre in sogno, je pareva come
se er fijo suo crescesse a l’improviso
e la baciava e la chiamava a nome…
Allora aperse l’occhi adacio adacio
E s’intese una bocca accanto ar viso,
che la baciava co’ lo stesso bacio.
Era la madre – Mamma, mamma bella!
E se la strense ar petto – Amore santo!
Che t’insognavi che parlavi tanto
E facevi la bocca risarella?
Però ciai l’occhi come avessi pianto…
Dimme? che t’è successo? – E pe’ vedella
più mejo in faccia, aprì la finestrella
E fece l’atto de tornaje accanto.
S’intese un fischio: – Mamma! questo è lui
Che sta aspettanno sotto l’arberata.
Dije che vada pe’ li fatti sui
Anzi faje capì che se l’onore
Se po’ sarvà con una puncicata
Preferisco de dajela ner core.

Carlo Alberto Salustri
(Trilussa)