Il Prof. Luca Massimo Chinni ci ha lasciato per tornare nella casa del Padre.
Consigliere della sezione romana dei Medici Cattolici dal 2005 al 2010 e Presidente della stessa dal 2011 al 2015, fu anche Tesoriere Nazionale dal 2012 al 2016 e Consigliere Nazionale dal 2016 al 2020.
Conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ove si specializzò anche in Clinica Dermosifilopatica.
Negli anni 72-74, su incarico del Rettore dell’Università di Chieti, svolse attività di insegnamento di Dermatologia pratica agli studenti e diresse fino al 73 i servizi sanitari degli Stabilimenti penali di Pianosa.
Dal 92 al 94 divenne titolare dell’ambulatorio dermatologico del SSN presso il Ministero della Sanità.
Autore di oltre 100 pubblicazioni a stampa riguardanti la Dermatologia, ha partecipato come relatore e moderatore a numerosi congressi scientifici a valenza nazionale e Internazionale con propria documentazione scientifica.
Negli anni accademici ’87-88 è stato nominato Professore a contratto per l’insegnamento della Patologia Clinica, al corso per la Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia e per la Scuola di Specializzazione di Leprologia e Dermatologia Tropicale.
Professore di Clinica e Terapia Speciale Dermatologica presso la Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha coordinato, dal 1991 al 1994, il Centro Tumori Cutanei dell’I.D.I.
Dal ’96 AL 2007 è stato Primario dell’8° Divisione di Dermatologia dell’I.D.I. e dal giugno 2000 nominato capo Dipartimento di Dermatologia Clinica.
Nel Dicembre 2000 è stato nominato membro di commissione per l’elaborazione del Piano Sanitario Nazionale e dal Maggio 2001 Presidente della Religious Hospital Scientific Society.
Nel 2002- 2004 membro della Commissione per la revisione del Prontuario Terapeutico Ospedaliero Regionale è stato, nel 2005-2006, membro del Comitato Etico dell’Agenzia di Sanità Pubblica per lo Screening Patologico.
Dal 2003 Segretario Nazionale di ADONP, è stato anche presidente della FEDONP ONLUS.
Conobbi Luca in occasione di una visita dermatologica ad un congiunto non sapendo lui chi fossi io, per scelta, e ben conoscendo io, al contrario, il suo ruolo. Solamente in seguito ci conoscemmo nei nostri incarichi all’interno dell’AMCI nazionale e da allora nacque una vera amicizia, intensa, fatta di stima e comprensione reciproca.
Inutile dire che divenne il mio dermatologo di riferimento familiare e professionale per le sue capacità diagnostiche e terapeutiche frutto di migliaia di casi visti e studiati, di difficile riscontro oggi nella moderna dermatologia; del resto non poteva non essere che così, nell’eredità di un illustre maestro come il Prof. Rino Cavalieri.
Spesso quando ero a Roma l’andavo a trovare e ci incontravamo in un ristorantino sotto casa sua, lì amavo ascoltarlo e capire il suo modo di “porsi e di essere” autentico medico cattolico. Perché Luca non era un medico Cattolico, ma un Cattolico Medico.
In una chiesa gremita che ha voluto testimoniare l’ultimo saluto alle sue spoglie mortali, il sacerdote officiante, che evidentemente ben lo conosceva, nell’omelia ha voluto metter in evidenza tre aspetti che facevano parte del suo essere medico veramente “ippocratico”: l’essere medico “libero”, l’essere medico al di fuori di ogni interesse, e l’essere uomo “fedele” alla famiglia, alla moglie, ai figli e ai nipoti.
Questo era Luca un grade medico, ma anche persona semplice, che ti metteva sempre a proprio agio come è proprio delle grandi personalità; schivo, umile, si metteva abitualmente nell’ultima fila come da insegnamento evangelico, sempre moderato pacato e rispettoso nei giudizi, un uomo del Signore.
Spesso, fino a quando la salute glielo ha concesso, amava organizzare a Castiglion Messer Marino, suo paese abruzzese di adozione, una conviviale agostana con la famiglia e con alcuni amici e alla quale ho avuto piacere di partecipare, villeggiando vicino alla località. In quell’occasione era veramente felice, dimostrando il suo senso di ospitalità nella semplicità, unita alla signorilità, che ha sempre dimostrato nella sua vita.
Lo desidero definire uomo di “altri” tempi nel senso più nobile e significativo della parola; dimostrò questa sua appartenenza quando in occasione della morte del fratello portò il lutto, come d’uso un tempo, per più di un anno con la cravatta e il bottone nero sulla giacca.
Con Lui, scompare un’epoca, un esempio per i nostri giovani medici e una testimonianza di vita che chi gli ha vissuto accanto, ha avuto il privilegio di vivere con lui.
Ciao Luca, prepara anche per noi un posto lassù.
Stefano Ojetti