L’Evento “Denunce e aggressioni… nonostante tutto ancora Medici”, tenutosi presso l’Auditorium dell’Ordine dei Medici di Napoli ed organizzato dalla dr.ssa Immacolata Capasso, presidente dei Medici Cattolici di Napoli, AMCI sez. San Luca e San G. Moscati, con la collaborazione dell’Ordine stesso e dell’Istituto Tumori di Napoli- Fondazione Pascale, ha avuto un notevole successo di pubblico e vasta eco di stampa. Oltre ai numerosi medici, erano presenti il mondo dell’associazionismo e comuni cittadini, intervenuti – come ha ribadito la dr.ssa Capasso – non solo per ascoltare ma soprattutto per dare testimonianza e appoggio alla classe medica e a tutti gli operatori sanitari che vivono un momento di grande criticità. Ha continuato affermando che “è necessario un rispetto reciproco, un tendersi la mano tra chi lotta e s’impegna per salvare una vita umana e chi, fuori all’ospedale, vive momenti di angoscia per la sorte del proprio congiunto ospedalizzato e cerca informazioni”, concludendo che “ciò è possibile se c’ è l’educazione ai sentimenti che deve partire dall’età scolare, perché trattasi di un problema culturale”. Al Convegno ha portato il saluto dell’AMCI Nazionale il vicepresidente dr. Giuseppe Battimelli, che ha affermato che denunce e aggressioni diminuiscono notevolmente se si instaura un adeguato rapporto medico-paziente e che occorre recuperare la centralità del paziente, concetto espresso anche dal Prefetto di Napoli Michele di Bari, che ha promesso nuovi drappelli di polizia negli ospedali. Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e Antonio de Falco, presidente della Commissione di bioetica dell’Ordine dei Medici di Napoli che ha moderato i lavori unitamente al direttore dell’UOC di Radioterapia dell’Istituto Tumori di Napoli Paolo Muto, hanno insistito sulla necessità di mettere la classe medica e il personale infermieristico in condizione di lavorare in sicurezza e serenità per assolvere al meglio il loro compito di assistere i pazienti che si rivolgono alle loro cure. Dopo le brillanti relazioni del chirurgo Francesco Corcione, del medico legale Claudio Buccelli, del magistrato Valter Brunetti e dell’assistente spirituale dell’AMCI napoletana padre Alberto Casalegno sj., le conclusioni sono state tratte da Maurizio Di Mauro, direttore sanitario aziendale dell’Istituto Tumori di Napoli, che ha lanciato l’idea di individuare una figura intermediaria tra il mondo sanitario e i cittadini, che possa fare da trait d’union tra queste due realtà che mirano entrambe a salvaguardare la salute di una persona malata che merita rispetto e la migliore assistenza. Infatti, troppo spesso “l’umano è ignorato. L’umano è così tanto dimenticato da rendere necessario il richiamo a riumanizzare la Medicina, scienza altamente tecnologica, ma nel contempo altamente spersonalizzata”, come ci ha ricordato il presidente nazionale dell’AMCI Filippo Maria Boscia nelle sue illuminanti riflessioni inviateci e che ci stimolano a ricordare che noi medici non svolgiamo un lavoro ma una Missione che deve essere svolta con amore, curando gli ammalati con perizia e passione ma non con distacco bensì guardandoli con gli occhi della fede, ricordandoci di mettere “nei flaconi dei medicinali qualche goccia d’amore” come soleva dire san padre Pio ai medici che incontrava nell’ospedale che aveva fortemente voluto per alleviare la sofferenza nei fratelli malati.
Immacolata Capasso
Presidente AMCI -NA Sez. San Luca e San G. Mosca