Il ricordo e il saluto commosso del presidente nazionale dei Medici cattolici al porporato marchigiano che è stato assistente dell’Associazione.
Il cardinale Edoardo Menichelli ci ha lasciati per tornare nella Casa del Padre. Nato il 14 ottobre 1939 a Serripola, un paesino dell’entroterra marchigiano, fu ordinato sacerdote nel 1965. Dopo aver frequentato gli studi medi e ginnasiali nel seminario di San Severino Marche e quelli filosofici e teologici nel Pontificio Seminario regionale Pio XI di Fano si trasferì a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense, dove conseguì la licenza in Teologia pastorale. Ordinato sacerdote il 3 luglio 1965, nel 1968 fu chiamato a Roma, dov’è rimasto per ventisei anni, lavorando fino al 1991 come officiale presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e in seguito presso la Congregazione per le Chiese Orientali come addetto di segreteria. Ricoprì anche l’incarico di segretario particolare del cardinale prefetto del dicastero Achille Silvestrini.
Negli anni romani, a partire dal 1970, collaborò con il Consultorio familiare della facoltà di Medicina dell’Università Cattolica al Policlinico Gemelli, dove per alcuni anni insegnò Etica professionale nella scuola per infermieri, prendendo intanto parte attiva al Sinodo della diocesi di Roma, conclusosi nel 1993 dopo un cammino settennale.
Il 10 giugno 1994 fu nominato da Giovanni Paolo II arcivescovo di Chieti-Vasto. Dieci anni dopo, l’8 gennaio 2004, fu trasferito alla sede metropolitana di Ancona-Osimo. L’11 settembre 2011 accolse Benedetto XVI in visita pastorale ad Ancona, dove nel cantiere navale presiedette la Messa conclusiva del XXV Congresso eucaristico italiano.
Presidente della Conferenza dei vescovi marchigiani, è stato assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci). Un riconoscimento alla sua speciale attenzione pastorale alla famiglia è venuto dalla nomina pontificia a membro della III assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia (ottobre 2014) e successivamente anche alla XIV Assemblea generale ordinaria del 2015. Fu creato cardinale da papa Francesco nel Concistoro del 14 febbraio di quello stesso anno dopo l’annuncio, a sorpresa, all’Angelus del 4 gennaio.

Il cardinale Menichelli (San Severino Marche 1939-2025)
Lo conobbi casualmente molti anni prima che lo ritrovassi come assistente spirituale nazionale dell’Amci, in occasione di una Messa che celebrò nella mia città, Ascoli Piceno. Mi colpirono le parole che pronunciò nella omelia, diverse da quelle che ero solito ascoltare, piene di contenuti reali e umani ricavati dalla vita di ogni giorno. Perché questa era la sua forza e il suo carisma: annunciare il Vangelo “dal basso”, in mezzo al popolo. In seguito imparai a conoscerlo a fondo negli innumerevoli viaggi che per motivi associativi ci facevano incontrare. Durante il percorso lo ascoltavo perché sapeva darti ogni volta insegnamenti di grande profondità spirituale, ma spiegati in maniera semplice e comprensibili a tutti.
Di statura imponente, a un primo impatto poteva incutere timore, ma poi tutto si dissolveva nel suo sorriso accogliente che sapeva subito mettere a proprio agio. Tutti i suoi pensieri che ci trasmetteva nelle riflessioni che ci teneva nei numerosi ritiri spirituali da lui guidati parlavano proprio di questo: trasferire gli insegnamenti evangelici nella vita familiare, nel rapporto di coppia, nei rapporti con l’altro, sempre nel segno dell’autenticità.
Si preoccupava fortemente delle povertà, lui che non si vergognava di dire di aver vissuto una infanzia di indigenza contrassegnata dalla morte della mamma, che lo aveva costretto a interrompere gli studi e aiutare la famiglia nei campi.
Generoso con tutti, amava sempre al termine dei pranzi conviviali intrattenersi poi con il personale di sala, provvedendo lui stesso a lasciare un giusto riconoscimento per il servizio. Di grande profilo culturale e umano, sempre disponibile, apparentemente dal carattere forte, era subito capace di capire chi realmente avesse bisogno.
Con te, caro don Edoardo – come amavi essere chiamato –, se ne va un grande riferimento, una figura che resterà nella storia dell’Amci e nei nostri cuori. Ci hai voluto ancora una volta testimoniare col tuo esempio, fino all’ultimo, ciò che ci hai sempre insegnato sul fine vita, vivendo tu stesso la sofferenza con dignità e dolcezza. Te ne saremo sempre grati, con l’impegno di essere testimoni costantemente di quella “C” di “Amci”, come amavi sempre rammentarci: cattolici, nell’esercizio della nostra professione. Siamo certi che ci seguirai anche dal Cielo, proteggendo l’Amci, da te tanto amata.
Stefano Ojetti è presidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci)
Ecco il testo del messaggio della Presidenza Amci per la scomparsa del cardinale Edoardo Menichelli
«Con grande dolore, noi medici dell’Amci, l’Associazione dei medici cattolici italiani, abbiamo appreso che il caro cardinale Edoardo Menichelli, nostro Assistente nazionale, è tornato oggi alla Casa del Padre. Eleviamo a Dio la nostra preghiera per lui, che è stato uomo di grande fede e animo fine e generoso. Arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, il cardinale è stato nostro Assistente nazionale dal 2012: in tutti questi anni ci ha accompagnato con molta saggezza incoraggiandoci e spronandoci a vivere la nostra professione tenendo sempre lo sguardo fisso su Gesù, in modo da poter curare sempre chiunque avesse bisogno con professionalità inappuntabile e con quella grande umanità che rende capaci di portare la carezza di Dio a ogni creatura.

Una celebrazione dell’Amci presieduta dal cardinale Menichelli (al centro, in alto)
Malato da tempo, il cardinale ha affrontato le pesanti terapie combattendo coraggiosamente sempre sorretto dal desiderio incrollabile di servire il Signore sino alla fine. Con la sua testimonianza e le riflessioni che via via ci ha proposto nel corso degli anni, ci ha insegnato a restare sempre uniti a Cristo e alla Sua parola e ad amare, curare e difendere sempre la vita, dono del Signore. Ci congediamo dal cardinale con spirito profondamente grato per tutti i doni che ci ha offerto, promettendogli le nostre preghiere e il nostro impegno a onorare i suoi insegnamenti».
IL Presidente
Stefano Ojetti















